A marzo abbiamo scelto di celebrare le donne, con MARGARET BOURKE-WHITE (1904-1971). Una donna eccezionale. Fu lei il primo fotografo straniero ad avere il permesso di scattare foto in URSS, la prima corrispondente di guerra donna e la prima donna fotografa per il settimanale Life. Gran parte della sua opera è infatti legata al fotogiornalismo con immagini potenti in bianco e nero che hanno documentato alcuni dei momenti più importanti del XX secolo, tra cui la liberazione dei campi di concentramento tedeschi e gli effetti dello sfruttamento del lavoro africano nel Sud America.
Tenace e implacabile nel suo lavoro, ha avuto l’abilità di essere al posto giusto nel momento giusto, come quando intervistò e fotografò il Mahatma Gandhi appena 6 ore prima del suo assassinio.
Ha saputo utilizzare in maniera magistrale la fotografia come strumento per esaminare i cambiamenti sociali da un punto di vista umano, catturando la psicologia e il sentimento dei lavoratori del suo tempo.
Le sue foto, dalle forti composizioni visive, narrano di avventura, sensibilità e grande coraggio. In tutta la sua carriera, Margaret ha sempre attribuito un enorme valore alla propria indipendenza professionale, scegliendo da sé i reportage da realizzare e lanciandosi in grandi campagne sociali: un modo pionieristico di intendere la vita e la professione.