Waria: being a different muslim
l’Indonesia è il paese che ha la più alta concentrazione di musulmani al mondo, circa 203 milioni di fedeli che rappresentano l’87,2% della popolazione indonesiana ed il 13,1% di tutti i musulmani del mondo. La legge islamica vieta a uomini e donne di scambiarsi i ruoli e di adottare l’aspetto gli uni degli altri. Questo comporta automaticamente una stigmatizzazione ed un certo grado di allontanamento dalla società di tutti quegli individui che oltrepassano i confini di genere.
In Indonesia i transessuali sono conosciuti come “waria”, un termine che è la combinazione di altri due: “wanita”, donna, e “pria”, uomo.
La sola area di Yogyakarta, con i suoi 3 milioni di abitanti, conta circa 300 waria, che vivono in comunità isolate. Molti di questi professano la religione islamica in quanto religione ufficiale. Nonostante i waria vivano marginalizzati e discriminati, specialmente dagli islamici più radicali, a Yogyakarta hanno raggiunto un discreto livello di accettazione tanto che molti transgender si trasferiscono in questa città dalle altre isole dell’Indonesia. Per questa ragione Shinta Ratri, attivista LGBT, leader della comunità waria, gestisce qui una scuola coranica per transgender (chiamata “Pondok Pesantren Waria Al-Fatah”), l’unica di questo tipo in Indonesia e probabilmente nel mondo. Più che una scuola, si tratta di un punto di ritrovo e di preghiera, dove le persone LGBT si possono incontrare, discutere di religione e pregare.
Shinta Ratri è una transgender di 53 anni, molto orgogliosa di essere donna e di essere musulmana. Come tutti i transgender dedica molte attenzioni al suo aspetto fisico e a tutto ciò che la identifica come donna. Per questo negli anni si è sottoposta ad iniezioni sottocutanee di silicone che con il passare del tempo hanno deturpato il suo viso. Vive insieme ad alcuni transgender e ad una figlia, adottata da uno dei suoi due precedenti mariti, a Kodagede in una grande casa in stile balinese dove ospita la scuola coranica. Come attivista organizza incontri per promuovere l’integrazione e il dialogo religioso.
tutti i diritti sono riservati. Tutte le foto contenute nella presente gallery non sono riproducibili, modificabili, in nessun modo e su nessun media senza il consenso scritto dell’autore.Questo reportage è stato premiato al World Press Photo 2015: 3° classificato, foto singola, “Contemporary Issues”. L’intero reportage è stato pubblicato su Time Lightbox.
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